"Ogni parola che scrivo è soltanto un altro modo per dire il tuo nome. Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo sempre e soltanto mamma."

mercoledì 10 giugno 2009

Siamo Fenici




Ho affrontato in solitudine tutto il difficile periodo dell'adolescenza. Ho fatto molti errori e mi rendo conto solo ora di quanto sia stata fortunata a non aver fatto una "brutta fine"... Sono andata contro tutto e tutti, in modo forse esasperato, perchè ero sola, mi sentivo sola e volevo buttarmi via. Non ricordo con precisione di aver desiderato la morte, so che ancora porto le cicatrici delle bruciature che mi sono inflitta per calmare il dolore... Le guardo spesso e ricordo... Il senso di abbandono, il vuoto, il rifiuto di Dio, la delusione, la paura, quella stretta allo stomaco da non riuscire a respirare...Mi sono trovata piegata a terra, a mordere il cuscino per non far sentire le mie urla... Urla che partivano dalle viscere... Per molti anni ho vissuto una vita che non mi rispecchiava... Mi sono sentita persa...Ho guardati, qualche volta, al di sotto di una finestra...Ho vissuto come se la morte non esistesse, come se nulla fosse importante: parenti, affetti...Esisteva solo il mio incolmabile senso di vuoto... Ho passato momenti terribili... Ma non ricordo di aver desiderato ardentemente la morte... Nonostante tutto il dolore, mi sono sempre sentita in dovere di vivere quella vita che era stata negata a mia madre. A modo mio, certo, con i miei tempi, ma in un certo senso io potevo essere il suo futuro, vivere anche per lei quello che le era stato negato...


...Poi, piano piano, anche gli affetti e le cose belle della vita hanno ripreso il loro posto... Mi sono resa conto di quello che avrei perso, di tutto quello che non avrei potuto vivere se avessi mollato, se la vita mi avesse buttato da qualche altra parte. Non ho una ricetta magica, credo di essere stata solo protetta da Lei, che mi ha preparato una strada che, ora so, mi avrebbe portato ad essere felice.
Sì, hai letto bene, felice. Possibile? Sì. Te lo dico con il cuore in mano. Sì. Felice di essere viva, felice di essere stata partorita e, colmo dei colmi, felice di aver vissuto tutto quello che ho passato.
Ero ragazzina quando ho scoperto il significato della Fenice, il mitico uccello che brucia e poi rinasce dalle sue ceneri.
Noi tutte siamo delle Fenici, Fenici vecchie e brutte che all'improvviso hanno preso fuoco. Di noi non rimane che un piccolo cumulo di cenere, nulla più... Basterebbe un soffio di vento e saremmo perdute. Siamo cenere, arsa dal fuoco di un dolore disumano. Ci siamo consumate, annichilite, distrutte, abbiamo perso l'Amore e la Mamma.
Ma è da qui che rinasceremo. Dalle ceneri della distruzione noi rinasciamo, più belle e più forti di prima. Saremo donne forti, incorruttibili, che hanno conosciuto l'abisso ma hanno ricominciato a respirare; donne che avranno la capacità di annusare il dolore a chilometri di distanza, e sapremo come lenirlo, perchè abbiamo passato molti anni a leccare le nostre ferite. Saremo vive, stagliate contro il cielo del nostro orizzonte; saremo fiere, perchè la nostra vita dipenderà solo da noi, la costruiremo noi.

Io mi sento così. Nella mia pelle, sento che devo alla mia perdita quella che sono oggi. Se posso capire con uno sguardo i bambini della mia classe, se posso accogliere in me il loro dolore e lenirlo, è solo perchè ho fatto in modo che la mia perdita diventasse la mia forza. Le mie spalle si sono irrobustite e ora vedo la vita in maniera diversa.

Magari oggi tu la vedi in un modo che non riesco neanche a descrivere, ma sappi che quello che hai perso ti porterà a fare il punto sulle cose che DAVVERO valgono...Tralascerai il superfluo... Snobberai l'insulso... Tu che hai mangiato la morte, conoscerai il vero sapore della Vita, il suo gusto originale...
La medicina più amara ti lascerà la conspevolezza della bellezza della salute.

Perchè prima o poi, ti prego di credermi, tu guarirai.

Rinasciamo donne diverse, donne-fenice, perchè siamo morte con le nostre madri, ma siamo rinate, nate due volte, nate a una nuova vita senza mamma. Siamo state marchiate a fuoco, nessuno ci toglierà questo marchio, ma abbiamo in noi la capacità di trasformarlo in un marchio di unicità, di volgere in positivo quella che è l'eredità di una perdita.

Possiamo farcela. Dobbiamo farcela anche per Loro.

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