
"Ogni parola che scrivo è soltanto un altro modo per dire il tuo nome. Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo sempre e soltanto mamma."
venerdì 14 giugno 2013
La bambina col sorriso (quello che non mi aspettavo)
Quello che non mi aspettavo è che tu fossi così felice.
Lo so, adesso mi direte che tutti i bambini sorridono e non solo la mia.
D'accordo.
Mi direte che non sanno perchè sorridono.
D'accordo.
Ma la mia bambina non solo ha sempre un sorriso per tutti, ma é gioiosa, serena, tranquilla.
Voi direte che è merito nostro, che la stiamo crescendo in un ambiente sereno.
D'accordo.
Ma quella gioia che lei prova é più grande. Sembra proprio essere una sua caratteristica.
C'é il musone, il lagnone, il permaloso, il gioioso....
Lei é felice.
Chissà se anche io ero un cuor contento, prima che la morte spegnesse per molti anni il mio sorriso.
Mi racconta mia nonna che durante le prove del saggio di danza, avevo sei anni, l'insegnante insisteva che io dovessi sorridere. E io le risposi che non avevo nulla per cui sorridere.
Eh già.
E ora vedo lei, nata dalle mie mille paure, impregnata del dolore profondo che solo una perdita così grande fa provare, concepita come atto disperato di volersi lasciare alle spalle la morte....
Ed è felice!
Come se avessi impastato del fango e ne avessi tratto fuori un diamante, come Gesù che, raccontano i vangeli apocrifi, da bambino lungo il fiume faceva piccole statuine d'argilla a cui poi dava la vita...
Che meraviglia, la vita sconfigge la morte con il più innocente dei sorrisi!
Amata figlia mia, non sai che gioia provo ogni volta che ti guardo, tu, il mio superamento, il mio salto oltre le stelle, la vittoriosa, la grande.
Solo tu hai potuto arginare il mio dolore e farlo fluire fuori, spurgarmi, purificarmi.
È sono così felice nel vederti gioiosa e serena, perché se c'é una cosa che la morte ti insegna fin da subito è che quasi tutto è superfluo e di poco valore, che quello che conta è l'amore, Darlo e riceverlo.
Ed è questo che farò, darti tutto l'amore del mondo, tutto quello di cui sono capace, e innaffiando te, mia piantina appena sbocciata, disseto me stessa.
La mia linea matriarcale ha dato frutto, pulsa di nuovo come un cordone ombelicale, saetta verso le stelle dove una nonna orgogliosa ci sta guardando crescere.

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