-E così... Tu lo faresti?-
Risuonava, la Sua Voce, nella moltitudine di mille lingue.
-Sì.-
-Sai cosa dissi a Maria?-
-Sì: una spada ti trafiggerà il cuore.-
Non era facile ascoltare.
In più, il sole filtrava dalle tapparelle abbassate.
Disegnava spirali di polvere, e accecava.
La Moltitudine parlò ancora.
-Ti ho mostrato il futuro. Non è qualcosa che faccio spesso.
Ma tu Mi hai tanto pregato... Sei stata così insistente...
Come vedi, Io non agisco casualmente.
C'era un motivo ben valido per non esaudire la tua richiesta.-
Era vero.
Quello che aveva visto nel momento in cui le era parso di addormentarsi era...
Spaventoso, orribile.
E il tutto visto in un vortice di immagini, da far venire la nausea,
come un rullino che si avvolga su se stesso e proietti frammenti di volti e storie...
Ma il senso, la Fine, l'aveva compresa molto bene.
Riavutasi dalla nausea, parlò:
-Non pretendo di conoscere la Vita meglio di Te.
Non ho pregato tutti questi anni come se fossi cieca e sorda.
So quali possono essere le conseguenze.
Ma io desidero un figlio sopra ogni altra cosa.
Lo voglio.
E anche se adesso tu mi hai mostrato la mia ...malattia...e la mia...-
Deglutì.
-...morte...- disse infine - non credi forse che ogni madre,
nel momento in cui accetta di concepire una vita,
non si abbandoni alla più totalizzante delle fragilità?
La madre si fa cristallo.
Sa già che morirebbe di dolore se accadesse qualcosa alla sua creatura,
comprende che il futuro sarà interamente occupato dalla preoccupazione per suo figlio.
Ma sa anche che morirebbe di dolore nel doverlo lasciare.
Io non sono speciale, sono solo già mamma nel mio cuore, e voglio un figlio.
Maria ti ha forse chiuso il suo cuore, quando tu le hai detto che sarebbe morta di dolore?-
-No. E' solo per questo che ho voluto che mio Figlio nascesse da una donna.
Voi siete fragili, è vero, ma lottate come leoni, siete indistruttibili,
e anche se distrutte sapete rinascere.
Riuscite ad annullarvi per creare un altro essere, che vi strapperà il cuore
e lo condurrà lontano, con sè, nell'abbagliante sua nuova vita.
So che sarai forte, ma avrai pochi anni.
Regalagli tutto quello che hai. Crescilo nell'amore e proteggilo.
Ho deciso di donarti un figlio.-
Era una lacrima.
Arrivò scivolosa fino al bordo increspato di un sorriso.
E lì si spense.
-Grazie.
Ma ho un'ultima cosa da chiedere.-
-Ora tu però stai esagerando, mi pare...-
-Voglio solo restare con lui.-
La Moltitudine di voci si alzò di un tono, aspra.
-Che cosa? Mi sembrava di esser stato chiaro.
Tu non resterai qua ancora per molto.-
Era coraggio? O follia?
-Io intendevo... dopo... Dopo la.... Insomma, dopo.
Voglio restare qui, con lui.
Tu puoi farlo, vero?-
-Posso. Ma rinunceresti al Mio Regno?
Alla Pace?
All'assenza di dolore?
Alla Luce?-
-Permettimi di rimanere. So che avrà bisogno di me. Sempre.
Anche quando sarà grande.
E io, come potrò, gli indicherò la strada.
Un soffio, una musica, un sogno... Qualcosa m'inventerò.
Non ci sarebbe altro luogo in cui vorrei stare, se non al suo fianco.-
Il fiume di voci ripensò con una punta di orgoglio al giorno in cui optò per il libero arbitrio.
Pensò proprio di aver fatto un bel lavoro.
Sia quel giorno, che il giorno in cui inventò le Madri.
Che creature strane. E affascinanti.

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