"Ogni parola che scrivo è soltanto un altro modo per dire il tuo nome. Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo sempre e soltanto mamma."

mercoledì 23 giugno 2010

Un dialogo

Igor è uno dei tre protagonisti di un bellissimo romanzo, "Signori bambini" di Daniel Pennac (acquistabile qui) edito da Feltrinelli.



Igor ha perso il padre da poco più di un anno e sua madre, Tatiana, non riesce a superare il lutto e si trova a cacciare di casa innumerevoli amanti sbagliati, a naufragare fra i ricordi cercando suo marito.
Igor è dovuto crescere in fretta, prendersi cura della madre, ma ha trovato conforto nell'andare sulla tomba del padre per parlare con lui. Fino a che, inspiegabilmente, il padre gli risponde.
Comincia una lunga serie di chiacchierate fra Igor e il fantasma del suo papà.
Me ne piace una in particolare, che vi ripropongo qui.

"Papà, ha guardato di nuovo il film."
"Nascondilo"
"E' tutto quel che hai da dire?"
"In teoria, non ho più niente da dire."
"Anche se io lo imbosco, lei lo trova sempre."
"Come tutti i veri alcolizzati con le bottiglie."
"Mi fa la cinefila, capisci? Il particolare che nessuno ha notato, i capolavori che uno può visionare mille volte, argomenti di questo genere... trova sempre un pretesto per rivederlo. D'altronde non posso mica buttarlo via!"
"Perchè?"
"E' un ricordo ti te!"
"Tutti i ricordi finiscono nella pattumiera. Prima o poi."
"La ucciderebbe."
"Lei ti ucciderebbe"
"Piantala di dire cazzate, papà. Le cose vanno sempre peggio. Lei sta crollando, sul serio!"
"Ah ma non saranno certo le lagne come quella che le hai propinato tornando da scuola a tirarle su il morale."
Quale lagna? Cosa ho fatto?"
"La scena dell'orfano inconsolabile: buu buuu, è morto, il mio papà è morto, non lo vedremo mai più grattarsi il culo in pigiama...Se credi che questo possa farle risalire la china..."
"..."
"Stronzetto, và là."
"Papà..."
"Ci piace piangerci un po' addosso, eh! Ci piace frignare! Siamo lo sbarbato più infelice della terra, con il pretesto che abbiamo perso il padre! Un genio assoluto che peraltro, sia detto fra parentesi, ci siamo goduti fino all'età di dodici anni!"
"Appunto. Avresti potuto morire prima che nascessi. Questo avrebbe semplificato le cose."
"Lo so, lo sol è il sogno segreto di tutti i neonati, che si si tolga dai piedi prima del loro arrivo."
"Non ho detto questo"
"C'è di peggio che perdere i propri genitori, Igor, molto peggio!"
"Ah sì?"
"Certo! Altrimenti sarebbe troppo facile. Basterebbe che i genitori morissero e tutto sarebbe risolto. Niente più dolore, mai. Tutte le lacrime versate in una volta sola e più nient'altro da perdere, che meraviglia! La vita non funziona così, amico mio."
"La vita non funziona e basta."
[...]
"...Papà...Abbiamo parlato un po, io e la mamma, dopo la telefonata di Joseph."
"Di cosa?"
"Papà, di cosa vuoi che parliamo? Di te, naturalmente."
"E allora?"
"piantala, lo sai benissimo cosa ci siamo detti."
"Fa' come se non lo sapessi."
"La cosa che rimpiange di più son ogli anni che ha perso prima di incontrarti."
[...]
"Igor, per il momento è saperti accanto a lei a calmarla. E vederti arrivare la sera con le borse della spesa, e vederti cucinare. Quindi piantala di recitare la parte dell'orfano, va bene?"
"Ma porca puttana, io non recito la parte dell'orfano, io SONO orfano!"
"E allora?"
"Cosa, e allora?"
"E' una cosa definitiva no?"
"..."
"Definitiva, Igor!"
"Sei proprio il massimo, per consolare tuo figlio."
"Mio figlio ama la vita. Si consolerà da solo. Mio figlio ha soltanto bisogno di qualcuno che gli dia una strapazzata. Di rado, peraltro, devo ammetterlo."


Mi ha fatto pensare che poter avere un dialogo del genere, anche solo una volta nella vita, avrebbe fatto bene a molte di noi...

A me sicuramente... Un bacio

Circe

Nessun commento:

Posta un commento